PRODUCI CONSUMA CREPA
Cartoline dalla Valseriana e da un sistema che non può durare nel tempo.
Quando nel dicembre 2019 hanno cominciato a circolare le prime notizie riguardanti un nuovo virus in Cina, una delle reazioni istintive dell’Occidente è stata pensare che da noi una cosa del genere non potesse succedere. Wuhan sembrava un mondo completamente differente dal nostro, uno stereotipo alimentato anche da anni di produzione di contenuti a base di città dormitorio di dimensioni esagerate, decine di chilometri ricoperti da fabbriche e capannoni e un territorio sfruttato ben oltre le sue possibilità.
Poi, come se fosse necessario ripeterlo, il covid-19 è sfociato in una pandemia globale, e ci si è accorti che molte delle problematiche che avevano portato alla diffusione del virus in Cina rimanevano le stesse anche in altri paesi. La Valseriana è diventata un modello in scala del mondo intero, dove si è mostrata, limpida, la natura di un modello socio-economico che è di fatto quello alla base di molte economie dell’Occidente. Culto del lavoro, edificazione massiccia, pendolarismo, inquinamento, una politica costruttiva che ha dato priorità all’industria, tanto che oggi, nel fondovalle, manca letteralmente lo spazio per la vita all’aria aperta dei cittadini. E, non per nulla, un orientamento politico allineato a quello di Paesi in cui l’impatto con il covid-19 è stato incredibilmente violento, come gli Stati Uniti di Trump e il Brasile di Bolsonaro.
Abitare nel mondo contemporaneo significa, nella maggior parte dei casi, vivere in un contesto urbano nel quale ci si sposta per andare a lavoro: due azioni che nel caso del coronavirus hanno favorito la creazione di focolai e la successiva diffusione. Come dice l’urbanista Jacques Levy, questa pandemia è contemporaneamente una questione al 100% biologica e al 100% sociale.
Se c’è una cosa sbagliata da fare in questo momento, è pensare che i problemi della Valseriana (le cause, e gli effetti sfociati in migliaia di morti, a questo giro causati da un virus, ma che in futuro potrebbero essere catastrofi ambientali) siano confinati nello spazio e nel tempo: non sono altro, appunto, che la riproduzione in un modellino di una realtà ben più grossa, e soprattutto, insostenibile in futuro.
Una vista dall’alto di Nembro, dove dai test sierologici è risultato che il 49% della popolazione ha contratto il covid-19.
Il campo da calcio comunale di Albino, dove il 9 febbraio si è giocato l’incontro Albino-Codogno, indicato come causa di uno dei primi focolai verificati in Lombardia.
Durante la Rivoluzione Industriale il fiume Serio è stato uno dei principali motori della Bergamasca, dando origine a una massiccia produzione meccanica e tessile.
L’area giochi del Parco degli Alpini, a Nembro.
La linea T1 Bergamo-Albino viene utilizzata quotidianamente da migliaia di pendolari, che si spostano nella valle e verso il capoluogo di provincia per motivi di lavoro e di studio.
Nel corso del XXI secolo quasi ogni metro libero di fondovalle è stato edificato. Fra i comuni di Nembro ed Alzano non esiste di fatto soluzione di continuità.
Le villette a schiera sono la soluzione scelta per ovviare alla mancanza di spazio nei centri abitati della bassa valle, specialmente nell’agglomerato di Nembro e Albino.
La mobilità interna è da anni uno dei problemi irrisolti della Valseriana: lo spazio a disposizione è limitato e nelle ore di punta gli ingorghi sono una costante.
Aerei e camion sono fondamentali per la vita produttiva della Valseriana.
L’ingresso della Valseriana, a pochi chilometri da Bergamo e dall’aeroporto di Orio al Serio.
Nella seconda metà del Novecento la delocalizzazione della produzione in Oriente ha condannato all’oblio numerosi stabilimenti in Valseriana, testimoni di un boom esauritosi nel tempo.
Il tratto del fiume Serio fra Casnigo e Ponte Nossa ospita la spiaggia libera soprannominata Coston Beach, dove i residenti vanno a prendere il sole a pochi metri dalla SS 671.
Piantumazioni nel parco della ex centrale Italgen.
Il cimitero di Clusone. In questo paese dell’alta valle nel periodo gennaio-aprile 2019 si sono registrati 31 decessi; nel 2020, nello stesso lasso di tempo, le morti sono state 113.
Alle Europee 2019 la Lega si è confermata il partito di riferimento della Valseriana, ad eccezione di due soli municipalità.
Bibliografia:
- Mapping riflessivo sul contagio covid-19, realizzato dal Centro Studi sul Territorio dell’Università degli Studi di Bergamo: 1° rapporto e 2° rapporto
- L’humanité habite le covid-19, di Jacques Levy, qui.
PRODUCI-CONSUMA-CREPA non vuole essere un lavoro chiuso, ma soprattutto un invito alla riflessione e alla collaborazione: la trama che regola le interazioni sociali, economiche e ambientali della Valseriana è fitta e per essere decifrata le competenze necessarie vanno ben oltre quelle relative alla fotografia. Per dubbi, chiarimenti, correzioni e altro non esitare a contattarmi tramite l’apposito form nella sezione “about” del sito.